DA RIFIUTO A RISORSA: LA SOCIETA’ DEL RICICLO
Ridurre i costi per i cittadini
Ridurre l’impatto ambientale
Aumentare il recupero di materia
Il convegno promosso dai circoli canavesani in collaborazione con Legambiente regionale si colloca in una fase di incertezza del sistema di gestione dei rifiuti sia a livello locale che a livello regionale.
Partiamo dai dati. La produzione dei rifiuti e' in calo da diversi anni per effetto della crisi più che per politiche attive di riduzione. La raccolta differenziata (RD) è ferma da cinque anni al 50% in provincia di Torino; l'eporediese (57 Comuni gestiti dalla SCS) dopo la punta massima del 68% nel 2008, oggi è al 64% con tendenza a ridursi.
Non è quindi rispettata la norma di legge che prevedeva il raggiungimento in Italia del 65% di RD entro la fine del 2012. Siamo ancora lontani dal rispetto della direttiva europea che indica nel 50% la quota di recupero materia sul totale dei rifiuti. Così come è largamente disattesa la norma che vieta il conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato senza averlo prima trattato per togliere la parte biodegradabile.
I cittadini capiscono sempre meno la baraonda di tasse che li colpisce, salvo il fatto che si paga di più e questo certo non favorisce il prezioso lavoro delle famiglie nella differenziazione dei rifiuti.
A questo quadro si aggiunge la situazione di indeterminatezza a tutti i livelli di gestione del sistema dei rifiuti. I Consorzi territoriali sono stati sciolti, e gli ambiti territoriali ottimali (ATO) dovrebbero essere completamente rivisti. Ma siamo ancora in attesa che questo avvenga.
La Provincia, che era l'organo di pianificazione politico dei rifiuti, cesserà di esistere il 31 dicembre e non si sa ancora quale saranno le deleghe dell'Area Metropolitana in merito. La Regione Piemonte infine, non ha un vero piano dei rifiuti.
In questo “vuoto” il presidente dell'ATO di Torino ha avanzato una proposta di fusione per gradi di tutte le società di raccolta della Provincia. Mentre per quanto riguarda l'impiantistica, sostiene che, raggiunto il livello del 65% di RD, il residuo va inviato a incenerimento.
Il convegno vorrebbe avviare una discussione attorno a tre questioni tra loro strettamente legate: una politica di riduzione dei rifiuti a monte e il rilancio della RD per raggiungere e superare il 65% previsto dalla legge, puntare a massimizzare il recupero di materia sia dalla RD che dall’indifferenziato negando la tesi che non è vantaggioso trattare il residuo, costruire un piano regionale dei rifiuti coerente con questi obiettivi e che preveda degli organi di gestione di tale piano rispettoso delle esperienze e delle affinità dei territori.
Pensiamo che oggi ci siano le condizioni, e che sia conveniente sia da un punto di vista economico che ambientale, per rendere residuo sia il modello di gestione dei rifiuti basato sulla discarica che quello basato sull’incenerimento.
Affronteremo con il contributo di esperti come Raphael Rossi ed il direttore del Consorzio Chierese Davide Pavan il tema del passaggio dal sistema della tassazione a quello della tariffazione puntuale che premi i cittadini virtuosi. Questo passaggio, insieme alla difesa e allargamento del sistema di raccolta porta a porta, è la condizione per raggiungere e superare il 65% di RD e accrescerne la qualità riducendo gli scarti. Avanzeremo nel convegno una proposta precisa agli amministratori del territorio perché avviino una sperimentazione sulla tariffazione puntuale che è scaturita dal gruppo di lavoro che a cui hanno partecipato diversi amministratori del territorio. Una prima risposta ci verrà dal contributo di Enrico Capirone, vicesindaco di Ivrea.
Per quanto riguarda la questione del recupero di materia, l’intervento di Roberto Cavallo dovrebbe fornirci delle indicazioni utili per individuare quali componenti possiamo recuperare e qual è l’impiantistica necessaria.
L’intervento di Giorgio Perello, direttore della società di raccolta SIA di Ciriè, che parlerà anche a nome delle società di raccolta SCS di Ivrea, ACSEL della Valle Susa e ACEA di Pinerolo, ci racconterà del progetto di integrazione che è stato avviato e che propone un modello di gestione dei rifiuti diverso da quello del presidente dell’ATO-R Fojetta.
A Roberto Ronco, assessore provinciale che sta già collaborando con l’assessore regionale all’ambiente Valmaggia, toccherà il compito di delineare il piano regionale dei rifiuti che ci auguriamo sia in sintonia con i contributi che verranno dai relatori e dal dibattito.
Dulcis in fundo, e non è un modo di dire, ci allieteremo con un aperitivo a km 0 al Bar dello ZAC!